ABBRONZATURA E COLORE DELLA PELLE:

DA COSA DIPENDE?

Da sempre ognuno di noi ha un colorito e una pelle differente rispetto agli altri;

Ci sono diversi fattori che possono influenzare la suscettibilità di una persona all’abbronzatura e alla capacità di abbronzarsi più facilmente rispetto ad altri.

Alcuni di questi fattori includono:

  1. Tipo di pelle: Il tipo di pelle è uno dei principali fattori che determina la suscettibilità all’abbronzatura. Le persone con un tipo di pelle più scuro, ricca di melanina, tendono ad abbronzarsi più facilmente rispetto a quelle con un tipo di pelle più chiaro. La melanina è un pigmento responsabile del colore della pelle e fornisce una certa protezione dai raggi solari.
  2. Quantità di melanina: La quantità di melanina presente nella pelle influisce sulla facilità con cui una persona si abbronza. Le persone con una maggiore quantità di melanina avranno una maggiore capacità di protezione dai raggi solari e avranno quindi una maggiore facilità nel raggiungere un’abbronzatura.
  3. Sensibilità al sole: Alcune persone possono essere più sensibili al sole rispetto ad altre. La sensibilità al sole può essere influenzata da fattori genetici e può variare da individuo a individuo. Le persone più sensibili al sole potrebbero richiedere una maggiore protezione solare e potrebbero abbronzarsi meno facilmente per evitare scottature.
  4. Esposizione al sole: L’esposizione al sole è un fattore chiave per ottenere un’abbronzatura. Le persone che trascorrono più tempo all’aperto e sono esposte alla luce solare diretta avranno maggiori probabilità di abbronzarsi rispetto a quelle che passano più tempo all’interno o sono meno esposte alla luce solare.
  5. Utilizzo di protezione solare: L’utilizzo di protezione solare può influenzare la capacità di una persona di abbronzarsi. L’applicazione regolare di protezione solare ad ampio spettro può aiutare a proteggere la pelle dai danni causati dai raggi UV e ridurre la possibilità di scottature. Tuttavia, l’utilizzo di protezione solare ad alto fattore di protezione può anche ridurre l’abbronzatura.

Colorito della pelle: da cosa dipende?

Il colore della pelle è dovuto, fondamentalmente, alla presenza di un pigmento cutaneo chiamato melanina, la stessa sostanza responsabile dell‘imbrunimento della pelle quando ci si espone al sole.
Il colore della pelle è determinato, in misura minore, anche dall’emoglobina che, quando lega l’ossigeno, conferisce al sangue un colore rosso vivace, donando alla pelle una colorazione rosata.

Viceversa, quando l’emoglobina è dissociata il sangue assume un colore bluastro e ciò può conferire alla pelle una colorazione cianotica (grigio-bluastra). Il fenomeno è più evidente negli individui di pelle chiara.
Anche i pigmenti caratenoidi, presenti negli alimenti di colore giallo – arancio (in primis le carote, seguite da albicocche, peperoni, pomodori, papaya ecc.), contribuiscono a determinare il colorito cutaneo. Se la dieta di un individuo è particolarmente ricca di questi alimenti la sua pelle, soprattutto nei palmi delle mani, può assumere una colorazione vagamente giallastra. Si parla in questi casi di carotenosi.

La quantità e la distribuzione di melanina nella cute varia anche in funzione di molti parametri, legati all’etnia, all’età (la pelle dei bambini è meno protetta dalle radiazioni solari) e alla regione corporea (le zone maggiormente esposte sono più pigmentate ma lo sono anche aeree coperte, come l’areola mammaria o le aree anogenitali).

Effetti positivi e negativi dell’abbronzatura

Se da un lato il sole è un alleato della salute, dall’altro – se non si osservano le dovute precauzioni – si trasforma in un nemico, specialmente per la pelle.

Quali sono i benefici di abbronzatura ed esposizione al sole?

Le radiazioni ultraviolette favoriscono la sintesi di vitamina D, necessaria per una corretta mineralizzazione delle ossa, in quanto interviene nella regolazione del metabolismo del calcio e del fosforo. Prodotto nella pelle per azione dei raggi ultravioletti (UV) a partire dal 7-deidrocolesterolo, il colecalciferolo (vitamida D3) è, infatti, un elemento indispensabile per lo sviluppo e l’irrobustimento dello scheletro. Senza dimenticare che la vitamina D ha effetti benefici sul sistema immunitario. 

L’esposizione ai raggi solari stimola il rilascio di neurotrasmettitori cerebrali, come seratonina e dopamina, che regolano i ritmi del sonno e favoriscono il buonumore.

La luce del sole influisce positivamente sull’organismo anche alleviando i dolori stimolando il rilascio di neurotrasmettitori cerebrali, come serotonina e dopamina, che agiscono come “antidepressivi naturali”, favorendo il buon umore e regolando i ritmi del sonno.

Inoltre, una moderata esposizione agisce migliorando alcune malattie dermatologiche, come acne, eczema, dermatite seborroica e psioriasi.

Abbronzatura “sbagliata” : quali rischi si corrono a non proteggersi dal sole?

Non manca, però, il rovescio della medaglia, ossia i danni che possono derivare da un’esposizione solare eccessiva. Non proteggere adeguatamente la pelle, infatti, significa incorrere in una serie di reazioni fotobiologiche responsabili di effetti dannosi acuti (eritemi, scottature, reazioni di fotosensibilità) e cronici (aumentato rischio di sviluppare tumori della pelle).

I raggi ultravioletti hanno la capacità, inoltre, di generare radicali liberi, responsabili dello stress ossidativo che favorisce l’invecchiamento precoce della pelle.

Altre azioni negative esercitate da un’abbronzatura senza le dovute precauzioni comprendono:

  • Disidratazione delle cellule cutanee, da cui conseguono alterazioni del film idrolipidicp, che normalmente protegge la pelle;
  • Surriscaldamento locale con dilatazione dei vasi sanguigni.
  • Alterazione del processo di melanogenesi con formazione di macchie bianche o brune.

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